Storia del Ju Jitsu Israeliano

In Israele prima del Krav Maga, codificato nel 1948, intorno al 1920 esisteva già un sistema di autodifesa chiamato ISRAELI JU JITSU, tenuto segretissimo perché patrimonio dell’Haganà, il movimento clandestino nato appunto con il sionismo ai primi del ‘900 (movimento politico internazionale il cui fine è l’affermazione del diritto alla autodeterminazione del popolo ebraico mediante l’istituzione di uno Stato ebraico, inserendosi nel più vasto fenomeno del nazionalismo moderno).

Alla realizzazione di tale sistema collaborarono diversi maestri di Ju-Jitsu, primo fra tutti Moshe FeldenKrais (Slawuta Impero Russo, 6 maggio 1904, Telaviv, 1 luglio 1984), la prima cintura nera di Ju-Jitsu/Judo che Jigoro Kano rilasciò in Europa tramite il Maestro Kawaishi considerato il padre del Judo Francese.

Successivamente IMI, uomo di grande valore modificò il sistema chiamandolo Krav Maga.

L’ISRAELI JU JITSU è uno dei sistemi impiegato dalle forze dell’ordine Israeliane, da personale addetto alla sicurezza e con il tempo si è affermato come sistema ideale anche per la difesa personale in ambito civile.

Le tecniche sono studiate per sfruttare al meglio le possibilità fisiche e psicologiche dei praticanti. L’ISRAELI JU JITSU è un sistema di difesa personale completo ed ha tra i suoi obiettivi quello di insegnare ai suoi praticanti le seguenti tecniche e tattiche:

  • Saper riconoscere e prevenire le situazioni rischiose per la propria incolumità.
  • Imparare a gestire lo stress psicofisico in situazioni d’emergenza.
  • Valutare gli atteggiamenti dell’aggressore nell’eventualità di uno scontro.
  • Avere un’adeguata preparazione fisica.
  • Conoscere ed eseguire le tecniche con  velocità, precisione ed efficacia.
  • Saper utilizzare il proprio corpo e gli oggetti di uso comune come armi occasionali di difesa.
  • Conoscere le parti sensibili del corpo, i modi di colpirle e le gravità del danno provocabile.
  • Conoscere la legislatura vigente in ambito di “legittima difesa”.
  • Sapere che la difesa deve essere sempre e comunque proporzionata all’offesa.